Italia

I centri antiviolenza lombardi in lotta per avere l’anonimato

I centri antiviolenza lombardi in lotta per avere l’anonimatoCorteo di Non Una Di Meno, foto LaPresse

CIELO NERO Parla Manuela Ulivi, presidente del Cadmi di Milano e avvocata: «Vogliono i codici fiscali delle donne. Ma verrebbe meno la segretezza. In Italia vengono preservati i dati di chi si rivolge ai Centri. Ci siamo rifiutate di fornirli alla Regione e siamo state escluse dalla distribuzione dei finanziamenti statali»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 26 novembre 2020
La Casa di accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano (Cadmi), primo centro antiviolenza a essere stato fondato in Italia nel 1986, a oggi ha ospitato più di 700 donne e ne ha seguite oltre 30mila nei loro percorsi di uscita dalla violenza maschile, dapprima affiliate all’Udi ma soprattutto grazie alla perseveranza di una pioniera come Marisa Guarneri e a una pratica delle relazioni che la distingue per buone prassi da anni. Dal 2008 fa parte della rete Di.Re. che affonda le proprie radici nella storia e nella pratica femminista. È dal 2014 che in Lombardia i centri antiviolenza, oltre alla...

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