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I digital workers cinesi sfruttati dai privati e dalla censura di Stato

I digital workers cinesi sfruttati dai privati e dalla censura di Stato

Forza Lavoro La «lower middle class» è schiacciata da dinamiche di mercato ultra-liberiste, appesantite dalla volontà statale di guidare i processi. Ogni azienda è costretta a verificare i propri contenuti in linea con il volere del Partito Comunista cinese 

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 aprile 2018
Molti cinesi emigrati negli Usa e impiegati nella Silicon Valley, secondo Bloomberg, stanno facendo ritorno in Cina per sfruttare al meglio le potenzialità del mondo digitale voluto da Pechino. E se Wechat è un catalizzatore di digital workers ormai riconosciuto nel mondo (è la app più usata in Cina e serve per chattare, informarsi, giocare, pagare qualsiasi cosa, prenotare, affrontare la burocrazia locale), SenseTime costituisce il fiore all’occhiello della recente spinta cinese sull’intelligenza artificiale. E proprio SenseTime è tra i motivi del ritorno in patria di tanti cinesi emigrati e specializzati in Intelligenza Artificiale. L’app infatti è avveniristica per quanto...

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