Visioni
Il concorso in retromarcia tra archeologia degli smartphone e amori pastorali
Berlinale 73 Presentati i primi due titoli in competizione, «BlackBerry» di Matt Johnson e «Someday We’ll Tell Each Other Everything» di Emily Atef. In quest'ultimo la giovane Maria si innamora del virile e maturo Henner, sullo sfondo la riunificazione
Una scenda «Someday We’ll Tell Each Other Everything» di Emily Atef
Berlinale 73 Presentati i primi due titoli in competizione, «BlackBerry» di Matt Johnson e «Someday We’ll Tell Each Other Everything» di Emily Atef. In quest'ultimo la giovane Maria si innamora del virile e maturo Henner, sullo sfondo la riunificazione
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 18 febbraio 2023
Le poche righe all’inizio di BlackBerry, primo titolo del concorso berlinese, ci avvertono che questa è «una storia vera», quella del celebre telefono prodotto dalla società canadese Rim (Research in Motion) nel 1999, che in pochi anni ha ottenuto un assoluto dominio sul mercato nascente degli «smart-phone» e un’altrettanta repentina caduta con l’arrivo di rivali, segnatamente della Apple, ai quali la Rim non è riuscita a tenere testa nell’innovazione tecnologica. Una scena da «BlackBerry» MA «BLACKBERRY», il film di Matt Johnson – con tra gli altri Jay Baruchel (Facciamola finita) e Glenn Howerton (C’è sempre il sole a Philadelphia) nel...