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Il lupo della Val d’Agri e le mani dell’ex ministra

Soltanto l’industrialismo miope di Federica Guidi può pensare che una terra di pascoli e vitigni possa basare il suo sviluppo su pozzi che si esauriranno lasciando il deserto

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 2 aprile 2016
Il fatale emendamento petrolifero di Federica Guidi non rivela soltanto una miserabile storia di interessi privati in pubbliche funzioni, di indegne corruttele, di ingordi accaparramenti, di parassitismi servili, di favoritismi, clientelismi e meschinerie varie. Dietro la sua spregiudicata e insistita inclusione nella legge di stabilità traspare nitidamente la rovinosa strategia economica di tutti i governi italiani che si sono avvicendati tra un secolo e l’altro. Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi, e diversi altri prima di loro. Nel suo scarno e burocratico linguaggio, quell’emendamento esemplifica un modello di sviluppo basato sul danneggiamento progressivo della natura, da prolungarsi fino a stremare tutte...

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