Visioni
Il realismo magico di Mundruczó
Cannes 70 Arriva in gara «Jupiter's moon», il nuovo film del regista ungherese che ha più gradi di lettura. Si parla di immigrazione, filtrando tutto attraverso uno stile visionario
Zsombor Jeger in una scena di «Jupiter’s Moon»
Cannes 70 Arriva in gara «Jupiter's moon», il nuovo film del regista ungherese che ha più gradi di lettura. Si parla di immigrazione, filtrando tutto attraverso uno stile visionario
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 20 maggio 2017
Silvana SilvestriCANNES
Si ha l’impressione di vivere nuove esperienze visive con i film di Kornel Mundruczo: così era stato per White Dog (2014), vincitore a Cannes al Certain Regard, una possente parabola metropolitana su dolore e reazione con la presenza minacciosa di 250 cani risposta alla legge che voleva eliminarli. Si prova la stessa sensazione con Jupiter’s Moon in gara che sembra indicare il «pianeta Europa» come fosse la luna di Giove probabilmente abitabile dal genere umano, con molto lavoro da fare ancora perché l’umanità abbia senso. In un solo film a un primo livello di lettura riunisce diverse anime del cinema...