Internazionale
Kherson la filo-russa si ribella. E la repressione non la piega
Crisi ucraina Spari sui cortei, sequestri e torture. Ma anche sostituzione della moneta e (forse) coscrizione forzata. Ma l’aperta ostilità della popolazione ucraina costringe al rinvio del referendum-farsa voluto dalla Russia
Un soldato ucraino in trincea sulla linea del fronte tra Mykolayiv e Kherson – Vincenzo Circosta/Zuma Press Wire
Crisi ucraina Spari sui cortei, sequestri e torture. Ma anche sostituzione della moneta e (forse) coscrizione forzata. Ma l’aperta ostilità della popolazione ucraina costringe al rinvio del referendum-farsa voluto dalla Russia
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 1 maggio 2022
Alessandra BrigantiSEVERODONETSK
Un fallimento politico, prima ancora che militare. Kherson, città dell’Ucraina meridionale, occupata dai russi fin dai primi giorni dell’invasione, si sta rivelando una debacle per Vladimir Putin. Città strategica per collegare il Donbass alla Crimea, Kherson la filo-russa si è sollevata di continuo per protestare contro l’occupante. «Siamo scesi in piazza tutti i giorni – racconta da Kherson Aleksander Danilov, attivista e avvocato per la Ukrainian Helsinki Human Rights Union – Tra di noi anche tante persone che negli anni passati hanno sostenuto i partiti filorussi. Sulle prime gli invasori non hanno reagito, poi quando hanno visto che non riuscivano...