Visioni
La bellezza del mondo in una patata raggrinzita e poi di nuovo germogliata
Agnès Varda Pur avendo sempre rifiutato di uniformarsi a qualsiasi etichetta, è stata sicuramente una autrice visuale libera e completa
Da «Patatutopia» (Biennale di Venezia, 2003)
Agnès Varda Pur avendo sempre rifiutato di uniformarsi a qualsiasi etichetta, è stata sicuramente una autrice visuale libera e completa
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 marzo 2019
Che fosse o meno l’esponente femminile della Nouvelle Vague non ha importanza: Agnès Varda che ha sempre rifiutato di uniformarsi a qualsiasi etichetta, è stata sicuramente una autrice visuale libera e completa. Senza tetto né legge (come il titolo di un suo film), Varda ha attraversato anche i territori dell’arte contemporanea, impervi e discordanti, depistando categorie e discipline rigide e facendo sconfinare il suo immaginario in utopici e devianti oggetti del divenire: arte, suono, street art. È PROPRIO in occasione di Utopia Station, il bizzarro Padiglione curato da Hans Ulrich Obrist, alla 50/a edizione della Biennale d’arte contemporanea di Venezia...