Internazionale
La fattoria di Tanya al tempo dell’occupazione russa
Il racconto «Quando mi sono rassegnata al fatto che avrebbero potuto stuprarmi, uccidere me e i miei animali, non ho più avuto paura. Ho imparato anzi a godere delle piccole gioie, della solidarietà che si era instaurata tra i pochi che eravamo rimasti nel villaggio»
Tanya con uno dei suoi animali nelle campagne intorno a Borodyanka – Alessandro Parente
Il racconto «Quando mi sono rassegnata al fatto che avrebbero potuto stuprarmi, uccidere me e i miei animali, non ho più avuto paura. Ho imparato anzi a godere delle piccole gioie, della solidarietà che si era instaurata tra i pochi che eravamo rimasti nel villaggio»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 aprile 2023
Janyie accende il motore, la jeep romba e si parte. Ha comprato la macchina in Polonia, se la gode per qualche giorno prima di consegnarla a qualcuno che la porterà in Donbass. Dall’inizio della guerra è in una rete di volontari che inviano continuamente jeep al fronte. «Non durano più di una settimana» racconta. Lasciamo Kiev e passiamo per le barricate più vicine alla capitale. Poi i segni dell’artiglieria, vicinissimi all’entrata della città. Nei boschi alcuni alberi sono stati tranciati dai colpi dei mortai, altri sono segnati dai fori delle mitragliatrici. «Lì, tra le piante, ci sono ancora mine nascoste...