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La Libia è il porto del silenzio

La Libia è il porto del silenzioConte in Libia con Haftar nel 2018 – Afp

Conte 2 E noi che facciamo? Ecco cosa facciamo. Ai primi di dicembre è previsto a Roma l’arrivo del ministro degli Esteri russoLavrov, in un primo momento accompagnato anche dal ministro per la difesa russo Shoigu intenzionato a incontrare i nostri vertici in vista anche della conferenza di Berlino sulla Libia. La nostra risposta nei giorni scorsi è stata: «Shoigu non ci interessa». Ora bisogna capire che cosa ormai ci interessa più del mondo, dato che gli americani trattano con Haftar e i russi ci hanno più volte offerto una mediazione con il generale.

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 29 novembre 2019
Per l’Italia la Libia è ormai diventata il «porto del silenzio». Certo non è tragicamente il porto «sicuro» per i migranti che qualcuno qui si azzarda ancora a pensare perché la guerra intestina tra Tripoli e Bengasi è diventata sempre più vasta, è diventata una guerra di droni, di schieramenti militari e diplomatici per procura in cui brilliamo per un assordante silenzio. Se mai ce ne fosse ulteriore bisogno, stiamo perdendo ancora più credibilità. Insistendo nel dare fiducia ai trafficanti di uomini di Tripoli, nella speranza che nessuno se ne accorga e gli italiani abbocchino alla missione di ieri del...

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