Lavoro

La sentenza di Torino: «Ecco perché i riders di Foodora non sono lavoratori subordinati»

La sentenza di Torino: «Ecco perché i riders di Foodora non sono lavoratori subordinati»Una protesta dei rider di Foodora a Torino – LaPresse

Diritti dei lavoratori digitali Le motivazioni della sentenza dell'11 aprile sui fattorini Foodora «licenziati» a Torino. Bocciata una delle poche norme garantiste del Jobs Act  per i precari. Analisi della prima sentenza sulla gig economy in Italia e la ricerca delle alternative secondo i giuslavoristi Valerio De Stefano e Federico Martelloni: l'ipotesi della riforma del concetto di "subordinazione" del lavoro e il concetto di "collaborazione etero-organizzata" che assicurerebbe le tutele assicurate ai lavoratori subordinati senza essere tali. E poi, soprattutto, ascoltare i lavoratori e creare il diritto con loro

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 8 maggio 2018
Sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui il tribunale di Torino ha stabilito l’11 aprile scorso che sei ciclo-fattorini («rider») di Foodora «licenziati» («sloggati» dalla piattaforma) a seguito delle proteste non sono lavoratori subordinati. Una sentenza negativa per i lavoratori, ma rilevante per comprendere l’orientamento dei tribunali nella mancanza di leggi e di una politica che regoli il fenomeno emergenti del lavoro digitale, mentre continuano le mobilitazioni dei «rider» come quelle di Bologna, Milano e Torino del Primo maggio. «NON AVEVANO l’obbligo di effettuare la prestazione lavorativa» e non erano «sottoposti al potere direttivo e organizzativo del...

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