Alias
L’anima perduta delle maschere
58/a Biennale arte di Venezia Per il padiglione della Costa d'Avorio, Valérie Oka e la sua serie «Heritage». «Queste opere, come tracce indelebili, sono la manifestazione di un patrimonio ancestrale amputato della sua simbologia e della sua essenza per essere trasformato, con l’anima intrappolata, in oggetto decorativo»
Dalla serie «Heritage» di Valérie Oka
58/a Biennale arte di Venezia Per il padiglione della Costa d'Avorio, Valérie Oka e la sua serie «Heritage». «Queste opere, come tracce indelebili, sono la manifestazione di un patrimonio ancestrale amputato della sua simbologia e della sua essenza per essere trasformato, con l’anima intrappolata, in oggetto decorativo»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 4 maggio 2019
Donna, africana, artista visuale e performer, Valérie Oka (Abidjan 1967, vive e lavora a Abidjan) è tra le artiste selezionati da Massimo Scaringella, curatore del padiglione della Costa d’Avorio (The Open Shadows of Memory). In dialogo con le opere di Dükü, Leki Dago e Yanrunan, Oka presenta la nuova serie Heritage (eredità) in cui il processo creativo, come è lei stessa ad affermare, prende forma «offre un’identità riabilitata nella consapevolezza di spazio e tempo». Una combinazione di disegno, tecnologia digitale e realtà virtuale che include la programmazione neuro linguistica. «Queste opere, come tracce indelebili, sono la manifestazione di un patrimonio...