Visioni
Lav Diaz, anatomia di una rivoluzione
Berlinale «A Lullaby to the Sorrowful Mystery», in concorso il film del regista ambientato nel 1896, durante le rivolte nelle Filippine schiacciate dal colonialismo spagnolo. Una sfida lunga otto ore per riscrivere la Storia e indagarne gli enigmi secondo linee critiche che sfuggono alla interpretazione dominante. E dove la malattia del potere non risparmia nessuno
Berlinale «A Lullaby to the Sorrowful Mystery», in concorso il film del regista ambientato nel 1896, durante le rivolte nelle Filippine schiacciate dal colonialismo spagnolo. Una sfida lunga otto ore per riscrivere la Storia e indagarne gli enigmi secondo linee critiche che sfuggono alla interpretazione dominante. E dove la malattia del potere non risparmia nessuno
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 19 febbraio 2016
Cristina PiccinoBERLINO
Prima che il festival iniziasse era già un evento: otto ore di film in una sola proiezione («spezzata» da un’ora di intervallo) in concorso, questa sì una scelta diversa, che in altri festival per come vanno le cose appare oggi impossibile – lo abbiamo visto lo scorso anno a Cannes con il magnifico Le mille e una notte di Miguel Gomes, mentre a Venezia Lav Diaz è stato proiettato diverse volte ma mai in gara. La «durata» è una caratteristica centrale nella poetica di Lavrente Indico Diaz, lui la definisce una scelta politica contro le logiche del mercato. Come il...