Visioni
«Leonora addio», la storia d’Italia in una urna
Berlinale Il film di Paolo Tavani, il primo senza il fratello Vittorio e unico italiano in concorso, dichiara la sua vocazione pirandelliana sin dal titolo
Fabrizio Ferracane in una scena del film – foto di Umberto Montiroli
Berlinale Il film di Paolo Tavani, il primo senza il fratello Vittorio e unico italiano in concorso, dichiara la sua vocazione pirandelliana sin dal titolo
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 16 febbraio 2022
Cristina PiccinoBERLINO
Leonora, addio il primo film che Paolo Taviani ha girato da solo, con dedica al fratello Vittorio, dichiara la sua vocazione pirandelliana sin dal titolo, che è quello dell’omonima novella scritta da Pirandello nel 1910 di cui però qui non vi è traccia. È solo una delle variazioni di un gioco delle apparenze e del reale che intorno alla ceneri del poeta e drammaturgo, premio Nobel nel 1934, compone un racconto che sono in realtà due, in apparenza autonomi l’uno dall’altro, uniti soltanto dal riferimento pirandelliano. Il primo riguarda la sua vita, o meglio la sua morte e quanto intorno...