Visioni
L’immaginario dei cibi resistenti
Le tavole di Natale Oltre le ansie da prestazione di cene, pranzi infiniti, ogni pietanza racconta un mondo. Memorie famigliari e lotte del presente, i ricordi della nonna e le rivendicazioni dei Gilet Jaunes
Bande à part di Jean Luc Godard
Le tavole di Natale Oltre le ansie da prestazione di cene, pranzi infiniti, ogni pietanza racconta un mondo. Memorie famigliari e lotte del presente, i ricordi della nonna e le rivendicazioni dei Gilet Jaunes
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 21 dicembre 2018
Il Natale come ogni festa «comandata» significa quasi per tutti cene, pranzi, veglioni, infinite sedute familiari, ansie da prestazione (culinaria), finta indifferenza, digestioni complesse, obblighi, accumuli ma (si augura) anche un piacere – che pure c’è o ci dovrebbe essere – di ritrovarsi malgrado tutto. Abbiamo provato a cercare sulle tavole natalizie quei cibi che non esistono più, o che forse non possono più esistere, che sono «luoghi del cuore», che si portano dietro un immaginario, di film o di pagine scritte e che raccontano a loro modo una resistenza. Non si tratta di celebrare le tradizioni nel loro senso...