Cultura

L’intellettuale dai piedi scalzi che sapeva di non appartenere ai vuoti e «felici pochi»

L’intellettuale dai piedi scalzi che sapeva di non appartenere ai vuoti e «felici pochi»

Dagli anni Ottanta a Euronomade Poi «inciampò» nel concetto cui avrebbe dedicato le sue energie: il general intellect

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 7 gennaio 2020
Da anni Benedetto era intento a morire nel modo più alacre che si possa immaginare: studiando, scrivendo pagine non futili (cioè: non introverse), detestando gli intellettuali con i mocassini e facendo comunella con quelli dai piedi scalzi (era uno di loro, del resto), censendo con buonumore i sintomi di rivolte prossime venture, soccorrendo generosamente coloro che cercavano di soccorrerlo. Una morte pubblica, gremita di voci, mai priva di solidarietà nei confronti di chi resta e vorrà parlarne. Poiché lo scemare del suo tempo è diventato, esso pure, un episodio della prassi sovversiva, agli amici veniva da pensare che Benedetto sarebbe...

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