Italia
L’invito «repubblichino» agli studenti marchigiani
Il dirigente colpisce ancora Marco Ugo Filisetti riesce nell'impresa dialettica di non usare mai la parola «fascismo», nascondendo la storia dietro a perifrasi e al solito bolso richiamo alle «rispettive ragioni» e ai «rispettivi sogni».
Marco Ugo Filisetti
Il dirigente colpisce ancora Marco Ugo Filisetti riesce nell'impresa dialettica di non usare mai la parola «fascismo», nascondendo la storia dietro a perifrasi e al solito bolso richiamo alle «rispettive ragioni» e ai «rispettivi sogni».
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 25 aprile 2021
A leggere il messaggio inviato per il 25 aprile agli studenti dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche, viene da chiedersi da cosa ci saremmo liberati nel 1945. Nella letterina, infatti, Marco Ugo Filisetti riesce nell’impresa dialettica di non usare mai la parola «fascismo», nascondendo la storia dietro a perifrasi e al solito bolso richiamo alle «rispettive ragioni» e ai «rispettivi sogni». Di chi? Dei fascisti e degli antifascisti, messi sullo stesso piano. L’invito di Filisetti agli studenti è dunque a superare le «antitesi disperate» e le «demonizzazioni reciproche» nel nome del «riconoscimento per tutti nella propria storia». Ovvero: repubblichini...