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L’ipocrisia della «legalità» contro la Casa internazionale delle donne
Roma e non solo L’autonomia di queste imprese politico-culturali dalla governance delle istituzioni e dei mercati va difesa a oltranza. In tutta Italia, dopo gli sgomberi dei sindaci è sempre seguito un deserto di iniziative che a stento ha nascosto un vero e proprio furto proprietario
La protesta per lo sfratto alla Casa delle donne, lunedì scorso – LaPresse
Roma e non solo L’autonomia di queste imprese politico-culturali dalla governance delle istituzioni e dei mercati va difesa a oltranza. In tutta Italia, dopo gli sgomberi dei sindaci è sempre seguito un deserto di iniziative che a stento ha nascosto un vero e proprio furto proprietario
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 24 maggio 2018
L’attacco sferrato dalla giunta pentastellata di Roma contro la Casa internazionale delle donne è il segnale inequivocabile di che cosa ci dobbiamo attendere: una guerra senza quartiere contro ogni forma di autogestione e autorganizzazione. Questo si cela dietro la bandiera della «legalità» che costituisce il collante più forte tra le due forze politiche che si accingono a governare il paese. Non è un caso che il capitolo dedicato all’ordine pubblico, alla repressione, all’inasprimento delle pene e allo smantellamento di ogni cultura garantista rappresenti la parte più concreta e dettagliata del contratto di governo. IL PRIMO PASSO consiste nel ricondurre alla...