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L’opera si gusta a tavola

L’opera si gusta a tavolaLavori in corso all'Arsenale e Corderie – Foto Andrea Avezzù

57/ma Biennale d'arte di Venezia Un'intervista con la curatrice della mostra internazionale in Laguna Christine Macel. «C'è bisogno di un nuovo umanesimo per combattere crisi e conflitti, ma anche di mangiare in compagnia degli artisti!»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 6 maggio 2017
L’arte nel suo farsi, che svela i meccanismi della sua stessa produzione. A viso aperto, senza infingimenti,  mettendo in piazza  dubbi, vizi e virtù (e lasciando in dote ai posteri archivi, libri, storie e drammaturgie, come ha voluto sottolineare il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, spingendo su «quel che resta» della mostra). Infine, la possibilità che l’esperienza estetica riporti in vita un senso di comunità andato smarrito: è un po’ questo il senso della rassegna curata dalla parigina Christine Macel (1969), già in Laguna con il padiglione francese di Anri Sala nel 2013 e prima ancora, nel 2007...

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