Cultura

Lucio Lombardo Radice, nella strada dell’antifascismo

Lucio Lombardo Radice, nella strada dell’antifascismoLucio Lombardo Radice, a destra, e Gianfranco Mattei. Arrestato dai nazisti e torturato, quest'ultimo scelse di togliersi la vita nel carcere di Via Tasso nella notte tra il 6 e il 7 febbraio del 1944

Novecento «Da Regina Coeli a Civitavecchia. Lettere dal carcere 1939-1941», a cura Claudio Natoli, per Viella. La corrispondenza con la famiglia nei due cupi e drammatici anni di reclusione consta di 119 missive. Già presenti le istanze di liberazione che portarono donne e uomini al rovesciamento del regime. Dal 1939, con tanti suoi compagni, è prigioniero della dittatura dopo l’arresto e la condanna da parte del Tribunale Speciale di Difesa dello Stato per «attività comunista»

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 3 novembre 2021
«La conclusione di due anni di vita così importanti meriterebbe notevoli considerazioni fisio-psicologiche; i dettagli li rimando a voce sulle forze certo non è da dare un giudizio sicuro Sulle energie morali posso fare invece assai più sicuro affidamento: perché credo che non esista vita che richieda un così continuo controllo di sé e dei suoi rapporti umani come quella del recluso». Quando l’8 dicembre 1941 Lucio Lombardo Radice, ormai prossimo alla scarcerazione, scrive alla sua famiglia queste righe l’esistenza sua e dell’Italia sono immerse nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale scatenata da Hitler e Mussolini. Dal 1939 Lombardo Radice,...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi