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L’unica via di fuga

L’unica via di fugaAntonio Manuel, alla Biennale di Venezia, passa attraverso l'opera «Occupations /Discoveries» – Tutte le foto sono di Franco Cenci

Ritratti Un incontro, prima in Biennale e poi direttamente nel suo quartiere brasiliano, a Laranjeiras, con Antonio Manuel, artista che ha scritto la storia culturale del suo paese, con performance, sculture, disegni, poesie e azioni politiche

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 giugno 2015
Arianna Di GenovaRIO DE JANEIRO
Quando parla, Antonio Manuel allarga spesso le braccia, afferrando il mondo con le mani, disegnando traiettorie impreviste con la voce e il suo corpo, come fosse una danza da ballare insieme a  chi ha di fronte. È il suo segnale comunicativo per eccellenza: un gesto accogliente, che include l’interlocutore e lo catapulta al centro della sua poetica. D’altronde, vive a Rio de Janeiro dove quel gesto è di casa: è lo stesso che fa il Cristo redentore dall’alto del Corcovado, rassicurando il viandante sperduto e gli abitanti stessi della cidade maravilhosa. Lui però è completamente laico e, soprattutto, fisico: vuole...

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