Visioni
Metafora russa, prima e dopo il muro
Cannes 70 In concorso «Une femme douce» di Sergei Loznitsa. Ispirato a «La mite» di Dostoevskij, l'odissea di una donna tra la corruzione, la miseria e il disagio sociale del paese
Vasilina Makovtseva
Cannes 70 In concorso «Une femme douce» di Sergei Loznitsa. Ispirato a «La mite» di Dostoevskij, l'odissea di una donna tra la corruzione, la miseria e il disagio sociale del paese
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 26 maggio 2017
Cristina PiccinoCANNES
Di Sergei Loznitsa ci sono rimaste negli occhi le sequenze di Austerlitz, riflessione potente sul rapporto con le immagini in una contemporaneità che trasforma anche un campo di concentramento in turismo di massa organizzato di selfie e foto di gruppo. Alla Mostra di Venezia, dove Austerlitz è stato presentato, si sapeva che il regista bielorusso ma ormai stabilito in Germania stava lavorando a un film «narrativo», alternanza questa che fa parte della sua filmografia sancita con l’esordio di My Joy – sulla Croisette in concorso nel 2010. E visto che Loznitsa fa parte di quei registi coccolatissimi da Cannes –...