Visioni
«Minari», cronaca del sogno americano
Cinema Una famiglia coreana emigrata negli States tra illusioni, battaglie, memorie di infanzia. Oscar per la migliore attrice non protagonista a Yu Jung-Youn, il film di Lee Isaac Chung, in sala per le riaperture, si ispira alla storia personale del regista
Una scena da «Minari» di Lee Isaac Chung
Cinema Una famiglia coreana emigrata negli States tra illusioni, battaglie, memorie di infanzia. Oscar per la migliore attrice non protagonista a Yu Jung-Youn, il film di Lee Isaac Chung, in sala per le riaperture, si ispira alla storia personale del regista
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 aprile 2021
Minari è il nome con cui la nonna arrivata dalla Corea in uno sperduto suburbio rurale dell’America chiama l’erba che accompagnata dallo scettico – e anche un po’ ostile – nipotino pianta vicino a un fiumiciattolo non proprio limpido. «Minari, Minari is wonderful» canta mescolando qualche parola della lingua a lei sconosciuta che si parla nel Paese scelto dalla figlia per vivere e crescere i suoi figli. «Minari è meravigliosa» perché è la pianta che si adatta ovunque, che tutti, ricchi e poveri, possono raccogliere, che fa bene a ogni malanno, cura, protegge, fortifica; che si usa nella zuppa e...