Visioni
Moretti e le storie di vita da un mondo che non sa più ascoltarsi
Cannes 74 Il regista romano con «Tre piani», unico film italiano in concorso, si interroga sulle relazioni umane. Per la prima volta la sceneggiatura è basata su un testo altrui, il romanzo omonimo di Eshkol Nevo
Nanni Moretti, Margherita Buy, Adriano Giannini, Alba Rohrwacher in «Tre piani»
Cannes 74 Il regista romano con «Tre piani», unico film italiano in concorso, si interroga sulle relazioni umane. Per la prima volta la sceneggiatura è basata su un testo altrui, il romanzo omonimo di Eshkol Nevo
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 13 luglio 2021
Cristina PiccinoCANNES
Figli e genitori. Non è la prima volta che nel cinema di Moretti questo rapporto con le sue diverse – e faticose – fragilità viene messo al centro della narrazione. Non solo nell’esplicito La stanza del figlio che si sviluppava però intorno al sentimento della perdita, all’impotenza famigliare di fronte a un lutto per il quale non esiste neppure la parola con cui definirne la condizione. Genitori ai suoi occhi di giovane uomo ancora senza famiglia erano i coetanei di Caro diario (1993) – tornato in sala nell’edizione restaurata – che come molti altri film del regista romano tesseva il...