Cultura
Nel laboratorio del mito fascista
Enrico Prampolini, "Dinamica dell’azione. Miti dell’azione. Mussolini a cavallo", 1939
Novecento «La costruzione dello Stato nuovo. Scritti e discorsi di Benito Mussolini, 1921-1932», di Fabio Frosini, per Marsilio. Un’analisi di come il regime si è auto-definito anche e soprattutto tramite la comunicazione del suo leader. La retorica del dittatore ci restituisce il senso del processo di omologazione totalitaria praticato negli anni Venti a partire dalla manomissione del linguaggio di senso comune. Sul fondo, una sorta di auto-ipnosi, sospesa tra elefantiasi dei propositi, inganno più o meno consapevole e desiderio di una fusione dei corpi sociali e civili in un’unica istanza
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 maggio 2022
«Noi abbiamo creato il nostro mito. Il mito è una fede, è una passione. Non è necessario che sia una realtà. È una realtà nel fatto che è un pungolo, una speranza, che è fede, è coraggio. Il nostro mito è la Nazione, il nostro mito è la grandezza della Nazione. E a questo mito, a questa grandezza, che noi vogliamo tradurre in una realtà completa, noi subordiniamo tutto il resto». Così Benito Mussolini, in un discorso a Napoli dell’ottobre del 1922, pochi giorni prima della marcia su Roma. A RICOSTRUIRE la traiettoria lessicale e il filo ideologico, spesso intessuto...