Cultura
Nella rete con la lente della lotta di classe
Benedetto Vecchi, un anno dopo Come un detective dell’oscurità – forte della sua passione per la fantascienza – non ha mai avuto paura di scendere negli atelier della produzione, anche di quella digitale per mostrare che il lavoro non è stato eliminato dall’Intelligenza Artificiale, ma solo sottratto alla vista e soprattutto alle garanzie per i subalterni
Benedetto Vecchi, un anno dopo Come un detective dell’oscurità – forte della sua passione per la fantascienza – non ha mai avuto paura di scendere negli atelier della produzione, anche di quella digitale per mostrare che il lavoro non è stato eliminato dall’Intelligenza Artificiale, ma solo sottratto alla vista e soprattutto alle garanzie per i subalterni
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 6 gennaio 2021
È impossibile sintetizzare la trama complessa degli interessi di ricerca di Benedetto Vecchi, ma ci si può concentrare sulla componente del suo pensiero relativa all’analisi della tecnologia digitale, passando per le piattaforme e tutte le infrastrutture legate all’intelligenza artificiale. Il suo sguardo attento e originale è stato tra i primi in Italia a ripudiare l’orientamento salvifico che ha considerato Internet una magnifica ossessione naturalmente benefica per la società. La sua analisi tagliente ha fatto emergere le contraddizioni e le ambivalenze della dipendenza indiscriminata da un sistema di comunicazione che aveva la sua base teorica e tecnica nelle stanze dei venture...