Giulio Carmignani, «Rotta del Po», 1867 (Fondazione Cariparma)
Cultura
Po, specchio di nostre fragilità
Lungo gli argini / 5 Un racconto intorno al fiume operaio e commerciale, narrato da Carlo Levi, Arpino, Calvino e Mario Soldati. Sulle sue rive, insieme alle acque, è passata anche molta mitologia
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 17 agosto 2022
D’estate, nel monferrino, si andava a fare il bagno e la pesca per mero diletto adolescenziale. Da principianti dell’acqua dolce quali siamo sempre stati. Le reti si riempivano abbondantemente, colme di una generosità che solo il fiume di allora sapeva offrire. Poi si prendeva ciò che senza fatica si era raccolto, lo si gettava sulla brace, insieme al sale, e lo si mangiava voluttuosamente. Ci si lanciava in acqua, sbuffando davanti alle ossessive raccomandazioni di chi minacciava il rischio dei «mulinelli» che sembravano infestare, come torbidi e minacciosi crepacci, il pacioso scorrere di quella incredibile massa d’acqua. Già, quei mulinelli...