Internazionale
Proteste a Bengasi, il governo si dimette. Haftar ricatta Roma
Libia Povertà e assenza di servizi, dopo la Tripolitania scoppia la rabbia anche in Cirenaica. Il generale libico sequestra 18 pescatori italiani: in cambio vuole quattro scafisti spacciandoli per calciatori in cerca di fortuna
Uno dei due pescherecci italiani sequestrati al largo di Bengasi
Libia Povertà e assenza di servizi, dopo la Tripolitania scoppia la rabbia anche in Cirenaica. Il generale libico sequestra 18 pescatori italiani: in cambio vuole quattro scafisti spacciandoli per calciatori in cerca di fortuna
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 15 settembre 2020
La Libia è una pentola a pressione sul punto di scoppiare. Le proteste di agosto in Tripolitania contro le condizioni di vita precarie, la crisi energetica e il malgoverno erano state un’avvisaglia. Quelle simili degli ultimi giorni in Cirenaica, nell’est, sono più di una conferma. Nel baratro in cui versa il paese – lacerato da una guerra fratricida e imperversato da milizie e mercenari stranieri – a pagare i conti del conflitto è soprattutto la popolazione civile, ritrovatasi ancora più impoverita e senza servizi nell’ultimo anno e mezzo e che ora guarda con crescente preoccupazione all’epidemia di Covid-19 in pericolosa...