Alias Domenica
Ransmayr, immersioni di un virtuoso tra le fratture di Babele
Scrittori austriaci Latitudini e toponimi esatti entrano nel campo visivo per poi sparire di colpo, sospesi tra realismo e funzione simbolica: «L’inchino del gigante», «Cinque brevi libri di viaggi e metamorfosi», dall’Orma
Michael Wolf, Hong Kong, «Architecture of density», 2012
Scrittori austriaci Latitudini e toponimi esatti entrano nel campo visivo per poi sparire di colpo, sospesi tra realismo e funzione simbolica: «L’inchino del gigante», «Cinque brevi libri di viaggi e metamorfosi», dall’Orma
Pubblicato più di un anno faEdizione del 19 marzo 2023
Insieme nomade e cartografo, esploratore e pellegrino, viandante e globetrotter, del viaggio Christoph Ransmayr ha fatto una chiave. Fin dalle prime, acerbe, eccentriche note etno-geografiche per il settimanale viennese «Extrablatt» tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta, attraverso Gli orrori dei ghiacci e delle tenebre, Il mondo estremo e Atlante di un uomo irrequieto, lo scrittore austriaco ci ha portato, su passi spesso smaniosi ma non casuali, dalla Cina al Marocco, dalle valli alpine dell’Alta Austria alla Sierra Nevada, dall’Artico al deserto. Le sue scritture non sono mai diari di bordo, memorie topografiche, taccuini o portolani letterari, spigolature...