Rare orchidee del colonialismo
59/a Biennale d'arte di Venezia Il padiglione dell'Estonia, ospite nella sede dell'Olanda, racconta una storia di botanica predatoria, il dominio europeo in Indonesia che viaggiò sulle corolle dei fiori. Parla Corina L. Apostol, curatrice della mostra «Orchidelirium. An appetite for abudance». «La pittrice Emilie Saal raffigurava fiori sempre in sboccio, non esemplari viventi specifici, ma rappresentazioni idealizzate. Ha inventato un’iconografia standardizzata combinando più specie, in modo che le immagini includessero le informazioni desiderate dagli scienziati. Come lei, la mostra si propone di fare proprio questo: un 'incrocio' per complicare le definizioni di nazionalità, appartenenza e sfruttamento coloniale di ciò che è considerato esotico»
59/a Biennale d'arte di Venezia Il padiglione dell'Estonia, ospite nella sede dell'Olanda, racconta una storia di botanica predatoria, il dominio europeo in Indonesia che viaggiò sulle corolle dei fiori. Parla Corina L. Apostol, curatrice della mostra «Orchidelirium. An appetite for abudance». «La pittrice Emilie Saal raffigurava fiori sempre in sboccio, non esemplari viventi specifici, ma rappresentazioni idealizzate. Ha inventato un’iconografia standardizzata combinando più specie, in modo che le immagini includessero le informazioni desiderate dagli scienziati. Come lei, la mostra si propone di fare proprio questo: un 'incrocio' per complicare le definizioni di nazionalità, appartenenza e sfruttamento coloniale di ciò che è considerato esotico»