Cultura

Ridere per conoscere: la rivoluzione di Eco

Ridere per conoscere: la rivoluzione di EcoUmberto Eco in piazza a sostegno della libertà di scelta per Eluana Englaro – Sintesi visiva

L'eredità L’ultima lezione: per una sinistra di alternativa e di governo, sapere è l’indispensabile

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 21 febbraio 2016
«E l’infame sorrise». È Franti, il cattivo di «Cuore». Tra le figure della scuola lacrimosa, pia e bigotta del De Amicis a Umberto Eco piaceva Franti. Ha scritto un «Elogio di Franti». Perché? Perché rideva. Eco sapeva ridere, Eco rideva. Se volessimo usare il suo fondamentale «Trattato di semiotica generale», e dare una «interpretazione» del «segno» di Eco, eccola: il riso. Nel «Nome della rosa» – ricorderete – Guglielmo di Baskerville indaga su una catena di delitti consumati in abbazia. I delitti servono a nascondere un documento su un indicibile segreto: Cristo aveva riso. Atto sovversivo, apocalittico, cioè rivelatore. Primo...

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