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Se la destra-destra vince non tutto è perduto. Ma c’è un rischio vero

Se la destra-destra vince non tutto è perduto. Ma c’è un rischio veroUn’opera di Louise Bourgeois – Ap

Oltre le elezioni Non sembra all’orizzonte un regime autocratico modello Orbán o cattolico reazionario polacco: la società italiana resta conflittuale, meno sensibile alla coesione ideologica. Il pericolo maggiore, con una crisi sociale profonda, è che nell’Ue tornino i falchi nordici e la retorica della frugalità aprendo la strada all’infernale combinazione nazionalismo-austerità

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 19 agosto 2022
Ora che il mercato elettorale si è chiuso senza più sorprese, più o meno, su per giù e pressappoco è possibile immaginare come andrà a finire. Una vittoria consistente della destra, ma insufficiente a smuovere il menhir della Costituzione, a meno che qualcuno non voglia senza troppo clamore dare una mano, magari quelli che già ci avevano provato e che una inspiegabile allucinazione annovera oggi tra gli indiscussi paladini della Carta del ’48. Del resto, di «dare una mano» quando dovessero essere in ballo i superiori interessi del paese il centro-centro si è già detto disponibile. Per esempio quando si...

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