Alias Domenica

Sfarfallio grottesco di dadaisti polacchi

Sfarfallio grottesco di dadaisti polacchi

Grandi incontri «Non basta esistere in modo passivo e irriflessivo» ammoniva Witkacy: il suo «teatro della follia» oltraggiava la morale borghese

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 20 agosto 2017
Ci sono fotografie che fissano nero su bianco scampoli abbaglianti di esistenza poco prima che la luce si spenga per sempre. Tra queste, lo scatto del 1934 che ritrae Stanislaw Ignacy Witkiewicz e Bruno Schulz mentre in compagnia di Roman Jasinski, pianista, e Jan Kochanowski, medico radiologo e fotografo dilettante, improvvisano una scenetta stravagante, il cui senso ora ci sfugge. Possiamo solo avanzare ipotesi su come mai Kochanowski, con la testa avvolta in un asciugamano, cerchi di strangolare «Stas», mentre Schulz si chiude le palpebre con due dita e Jasinski sfoggia un paio di occhi finti – le didascalie strampalate...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi