Visioni
Sull’isola dei cani sono i ragazzini a salvare il mondo
Berlinale 68 Con «Isle of Dogs» di Wes Anderson si è aperta ufficialmente la sessantottesima edizione del festival. Con grana trasognata il film del regista americano rivela dolori e angosce contemporanee
Una scena di «Isle of Dogs» di Wes Anderson
Berlinale 68 Con «Isle of Dogs» di Wes Anderson si è aperta ufficialmente la sessantottesima edizione del festival. Con grana trasognata il film del regista americano rivela dolori e angosce contemporanee
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 16 febbraio 2018
Cristina PiccinoBERLINO
Davanti al Berlinale Palast lo schermo rimanda l’immagine di Dieter Kosslick che spiega le linee della Berlinale 2018, la sua penultima dopo vent’anni, un tempo lungo nel quale Kosslick ha progressivamente modificato l’assetto del festival con l’inclusione al suo interno delle diverse sezioni – Panorama, Forum, anche se ognuna continua a avere direzioni artistiche e staff autonomi – e soprattutto con una crescita costante che lo hanno reso un grande evento spettacolare e di mercato per la metropoli e per i professionisti di tutto il mondo. Il passaggio non sarà semplice, gli interessi in gioco sono molti, e forse anche...