Italia
«Telefono Donna» di Potenza. Marroccoli: «Rischiamo la chiusura, i fondi non arrivano»
CENTRI ANTIVIOLENZA Una intervista con la presidente del Centro in Basilicata che ha anche una Casa Rifugio che ospita anche minori. Sono state 3mila le donne che si sono rivolte a loro dal 2001, le denunce sono in aumento eppure le istituzioni non sostengono come dovrebbero
CENTRI ANTIVIOLENZA Una intervista con la presidente del Centro in Basilicata che ha anche una Casa Rifugio che ospita anche minori. Sono state 3mila le donne che si sono rivolte a loro dal 2001, le denunce sono in aumento eppure le istituzioni non sostengono come dovrebbero
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 22 novembre 2019
Che i centri antiviolenza, a fronte di un capillare e necessario lavoro sul territorio, soffrano per la mancanza e il ritardo di fondi, è un dato che accomuna le strutture a diverse latitudini. Abbiamo raggiunto, per qualche domanda, Cinzia Marroccoli attuale presidente, coordinatrice e psicologa di «Telefono Donna», con sede a Potenza, oltre che consigliera nazionale Di.Re. Da anni offrite molti servizi essenziali all’intera Basilicata. Come è la situazione della regione? «Telefono Donna», associazione di volontariato, è sia Centro Antiviolenza «Telefono Donna» che Casa Rifugio «Casa delle Donne Ester Scardaccione». Esistiamo dal 1989 come linea telefonica di ascolto e consulenze,...