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Un compagno, che fu subito parte di noi

Un compagno, che fu subito parte di noiStefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky – Lapresse

Sinistra Perché Stefano non risultò mai esterno e la sua diversità fu quella che Eduard Said ha chiamato «un aiuto fondamentale alla critica di se stessi»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 24 giugno 2017
Sapevo, sapevamo tutti, che Stefano era malato da tempo. Ma poiché, sebbene non con la frequenza di sempre, continuava a scrivere e a partecipare, alla fine abbiamo pensato – o ci siamo lasciati illudere dall’idea – che la cosa non fosse grave. Qualche settimana fa era seduto nella fila davanti a me al teatro Argentina per vedere l’ultima opera di Mario Martone. Non posso credere, non ci riesco, che non sia più con noi. Come parlare di Stefano Rodotà, come ricordarlo, spiegarlo ai giovanissimi che certo lo conoscevano di fama, ma che non possono capire il significato della sua presenza...

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