Cultura

Biennale, un tocco di allegria nel ritorno alle radici

Biennale, un tocco di allegria nel ritorno alle radiciL’installazione del brasiliano Ernesto Neto (Padiglione degli Sciamani)

BIENNALE D'ARTE 2017 «Viva arte viva», la mostra della 57/ma edizione di Christine Macel. La vita improduttiva, l’ozio creativo, lo sguardo sul pianeta terra e il desiderio di ricucire le ferite. Una rassegna colma di suoni, rumori, fischi tribali o versi animaleschi per raccontare i viventi. A Venezia lungo le Corderie, nuovi umanesimi. Sabato inaugurerà per il pubblico

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 11 maggio 2017
L’ozio, per i romani, era quel tempo liberato dall’affanno di dover stringere affari (negotia) o patti politici. Era un tempo per lo studio, lo svago, le letture, qualcosa che oggi – in epoca di selvaggio trumpismo generalizzato – sembra attività assai provocatoria e controcorrente. Si apre così, all’insegna dell’improduttività beffarda, la 57/ma esposizione internazionale d’arte veneziana, curata dalla parigina Christine Macel, Viva Arte Viva, una timoniera che eredita un compito impervio: alleggerire il peso della Storia, dopo la Biennale di Okwui Enwezor imperniata sul Capitale di Marx, profittatori e perenni sfruttati. C’è pure chi ha interpretato alla lettera questa necessità...

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