Cultura
Una costellazione aborigena
Biennale arte di Venezia 2024 I Leoni d’oro vanno all’Australia ricondotta alle sue radici da Archie Moore e al collettivo maori Mataaho. La mostra centrale «Stranieri ovunque» del curatore Adriano Pedrosa sconta il rischio della semplificazione di una geografia che si divide tra nord e sud del mondo: il ritorno del soggetto necessita un dialogo aperto
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Biennale arte di Venezia 2024 I Leoni d’oro vanno all’Australia ricondotta alle sue radici da Archie Moore e al collettivo maori Mataaho. La mostra centrale «Stranieri ovunque» del curatore Adriano Pedrosa sconta il rischio della semplificazione di una geografia che si divide tra nord e sud del mondo: il ritorno del soggetto necessita un dialogo aperto
Pubblicato 7 mesi faEdizione del 21 aprile 2024
Arianna Di GenovaVENEZIA
Gli aborigeni, oppressi ed emarginati dalla Storia, conquistano la ribalta della 60/a Biennale d’arte con il Leone d’oro al padiglione dell’Australia, «abitato» dal titanico albero genealogico disegnato a mano da Archie Moore per rintracciare le radici comuni, negate eppure fondative di un paese. Le First Nations sono impresse in un cielo nero rischiarato dal bianco del gessetto, intessuto di nomi di avi, conoscenti o sconosciuti, attraverso una cartografia temporale che affonda in 65mila anni di storia e 2500 generazioni, familiari ed estranee (quell’essere Stranieri ovunque, leit motiv di questa edizione). Ci sono diversi buchi nella costellazione affettiva e comunitaria dell’artista:...