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Una disobbedienza nel nome dell’umanità

Una disobbedienza nel nome dell’umanità

Il naufragio dei diritti Dalle navi che hanno salvato vite sbarcano i «fragili», i «vulnerabili»: quelli che nemmeno una politica disumana – e contro il diritto – poteva ancora costringere in mare. In balia […]

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 9 novembre 2022
Dalle navi che hanno salvato vite sbarcano i «fragili», i «vulnerabili»: quelli che nemmeno una politica disumana – e contro il diritto – poteva ancora costringere in mare. In balia delle onde e del tormento dell’attesa in condizioni che non garantiscono la dignità, dopo una fuga da torture e violenze. Due considerazioni. La prima. Lo sbarco non è una gentile concessione, con la quale graziare chi si è reso colpevole di attentare con il suo esistere all’invalicabilità delle frontiere nazionali, nel riverbero di un pallido senso di umanità o, meglio, nell’impossibilità, di fronte a palesi violazioni, di perseverare. Essere condotto...

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