Visioni
«Undine», i fantasmi della Storia resistono nel presente
Berlinale 70 In concorso il film di Christian Petzold dove amore, sovrannaturale e rinascita si intrecciano con Berlino. Un lavoro politico, forse perché l’origine è la fiaba che come il mito è l’archetipo del mondo
Paula Beer in «Undine» di Christian Petzold
Berlinale 70 In concorso il film di Christian Petzold dove amore, sovrannaturale e rinascita si intrecciano con Berlino. Un lavoro politico, forse perché l’origine è la fiaba che come il mito è l’archetipo del mondo
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 25 febbraio 2020
Cristina PiccinoBERLINO
Nella bolla del festival in cui le pandemie coi terrori da fine del mondo sono tenuti lontani – poche le mascherine, molti i saponi disinfettanti ma nessuno parla, o forse soffoca l’ansia nel buio della sala – ha fatto irruzione Undine, il nuovo film di Christian Petzold, il più politico tra quelli visti in questi giorni nel concorso, e quello in cui le domande che il presente pone al cinema trovano la forma emozionale più inattesa. Forse perché l’origine è la fiaba che come il mito è l’archetipo del mondo, la storia della ninfa che vive nell’acqua e vuole stare...