Cultura

Vogliamo tutto, l’oralità ritrovata della pratica sovversiva della scrittura

Vogliamo tutto, l’oralità ritrovata della pratica sovversiva della scritturaNanni Balestrini davanti alla sede della Cooperativa Nuova Intrapresa, Milano 1986 – Foto di Fabrizio Garghetti

L'anticipazione Pubblicato nel 1971, il romanzo di Nanni Balestrini racconta il ’68 con la voce narrante dell’operaio Alfonso Natella. Nel testo stralci di volantini e manifesti dell’epoca e quasi assente la punteggiatura. Quando non resta che il fumo dell’insurrezione è il lettore a produrre il proprio finale. Riproduciamo uno degli interventi compresi nel libro «Nanni Balestrini - millepiani» pubblicato oggi dalla rivista online «Machina»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 19 maggio 2021
Siamo nel ’71 e Nanni Balestrini pubblica Vogliamo tutto, il testo che più ha caratterizzato la voce delle sommosse dei movimenti operai e studenteschi. Un «genere narrativo fatto dalle masse, per le masse» che è anche esperimento della voce che si oppone al linguaggio. Alfonso Natella è voce narrante, protagonista di quella parte di operai del sud che reclamano la promessa di una vita in «blue-jeans e lambretta». Un esperimento scrittorio che assume i toni di una lotta, quella del Sessantotto (…), una potenza narrativa che ci racconta il metodo balestriniano di opporsi al potere con il suo quotidiano: la...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi