Cultura

A tavola con la fantascienza

A tavola con la fantascienza

Cucine letterarie / 10 Dal cibo immateriale di Asimov ai pasti di scarto di Gibson, fino alle ricette della «sovversione» di Ursula Le Guin. L’incontro tra differenze non è un pranzo di gala, c’è sempre conflitto, il giusto prezzo da pagare per una prassi della libertà

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 24 agosto 2019
Le tavole imbandite dalla fantascienza sono poco invitanti. Le tante pagine sul futuro temuto o desiderato sono, quando si tratta di mangiare, sono infatti scandite da un desolante pauperismo dell’immaginazione. Il cibo è un incidente di percorso, segna una pausa tra un evento e l’altro; ha una funzione energetica per ricaricare di forze il corpo umano. Gli esploratori dello spazio profondo o di mondi alieni sono spesso colti nell’atto di ingerire pillole variamente colorate, oppure mentre mischiano bustine di liofilizzati a liquidi per essere trangugiati senza troppo soffermarsi sul gusto che arrecano alle papille gustative. La fame è stata sconfitta...

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