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Alexandre Kojève, il desiderio antropogenico motore dell’idea di giustizia

Alexandre Kojève, il desiderio antropogenico motore dell’idea di giustiziaJean Arp, «Peinture murale 'Aubette'», 1959

Scritto nel ’43, uscì nell’81 Nei «Lineamenti di una fenomenologia del diritto» torna la dialettica Servo-Padrone, che generando la storia umana dà vita alle forme di interazione giuridica: da Marsilio

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 21 luglio 2024
Intervistato da Gilles Lapouge nella tarda primavera del 1968, pochi giorni prima della morte improvvisa, Alexandre Kojève rispondeva così alla domanda sulla propria formazione filosofica a Heidelberg e Berlino: «Quanto a Hegel, lessi quattro volte per intero la Fenomenologia dello Spirito. Mi accanivo. Non ne capii una parola. Poi ci fu Parigi. Un giorno del 1933 Koyré, che teneva corsi su Hegel, dovette interromperli, e mi proposero di prendere il suo posto. Accettai Non preparavo nulla, leggevo e commentavo, ma tutto quello che scriveva Hegel mi sembrava luminoso». Seguite da Queneau, Lacan, Bataille, Caillos, Leiris, Klossowski, Léon Poliakov, Raymond Aron,...

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