Pont-Neuf, Paris, 1853 – Charles Meryon
Alias Domenica
Baudelaire nel ruolo di frequentatore del magma esistenziale
Saggi Tradotta per la prima volta da Aragno, la lettura empatica e vitalistica del poeta dei «Fiori del male», nell’ottica del filosofo romeno Fondane
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 maggio 2014
Nel primo Manifesto del surrealismo, del 1924, la celebre litania dei precursori non poteva non evocare Baudelaire: «surrealista nella morale»; ma una più evidente affinità elettiva dettava a Breton il riconoscimento nei confronti di Rimbaud: «surrealista nella pratica della vita e altrove». Il filosofo Benjamin Fondane, ebreo di origine romena a Parigi dal 1923, legato negli anni Venti al gruppo surrealista, da cui presto tuttavia prende le distanze, dopo aver scritto un libro sul poeta-canaglia (Rimbaud le voyou, 1933), dedica gli ultimi anni della sua breve esistenza – morirà a Auschwitz nell’ottobre del ’44 – alla stesura di un’importante monografia,...