Alias
Cloé Mehdi e i corpi negati delle banlieue
L'intervista Parla l'autrice di «Nulla si perde» (e/o), un noir che racconta i crimini della polizia contro i giovani delle cité. La scrittrice è nata a Vénissieux, nella periferia di Lione, epicentro già negli anni Ottanta delle prime rivolte e dei primi movimenti autorganizzati dei giovani banlieusard
Clichy-Sous-Bois, periferia di Parigi
L'intervista Parla l'autrice di «Nulla si perde» (e/o), un noir che racconta i crimini della polizia contro i giovani delle cité. La scrittrice è nata a Vénissieux, nella periferia di Lione, epicentro già negli anni Ottanta delle prime rivolte e dei primi movimenti autorganizzati dei giovani banlieusard
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 21 novembre 2020
I ricordi di Mattia, 11 anni, tornano costantemente alla morte di Said, un ragazzo cresciuto come lui in un’imprecisata banlieue di Francia e ucciso dalle botte di un poliziotto. Una «bavure», letteralmente «sbavatura» rispetto alle regole, come tante che si registrano con drammatica frequenza ogni anno nel paese, su cui indaga Nulla si perde (e/o, pp. 286, euro 18, traduzione di Giovanni Zucca), il romanzo di Cloé Mehdi, scrittrice nata a Vénissieux, nella periferia di Lione, epicentro già negli anni ’80 delle prime rivolte e dei primi movimenti autorganizzati delle banlieue. Un noir dove un pugno di personaggi costretti alla...