Lavoro
Egitto, gli operai si fanno sentire
La repressione non ferma il movimento dei lavoratori. Ma chi protesta deve fare i conti anche con i freni posti dalle rispettive centrali sindacali. Per questo le conquiste sono insufficienti, come il salario minimo
Il Cairo, protesta degli operai tessili della compagnia Mahalla Weaving – Reuters
La repressione non ferma il movimento dei lavoratori. Ma chi protesta deve fare i conti anche con i freni posti dalle rispettive centrali sindacali. Per questo le conquiste sono insufficienti, come il salario minimo
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 23 agosto 2014
L’ondata di scioperi del febbraio 2014 che ha costretto alle dimissioni il governo di Hazem al Beblaui, avrebbe dovuto rappresentare un’affermazione importante per il movimento operaio egiziano. Per la prima volta dal 3 luglio 2013, giorno della destituzione del presidente Mohamed Morsi (dei Fratelli musulmani), nei servizi pubblici e nel settore industriale dello Stato si sono verificati scioperi di grande portata: i lavoratori del settore tessile e manifatturiero, dei trasporti e dei servizi di pulizia si sono uniti a quelli delle poste, della sanità e del settore giustizia. Si sono poi aggiunte decine di scioperi e altre iniziative da parte...