Visioni

Il gioco del desiderio per inventare il senso di una vita collettiva

Il gioco del desiderio per inventare il senso di una vita collettivaUna scena da «L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice»

Al cinema «L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice» di Alain Guiraudie, la Francia, il mondo, la commedia. Una città di provincia, un attentato terroristico, gli «stereotipi» sociali di oggi e il loro rovesciamento

Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 aprile 2023
Il titolo, Viens, je t’emmène, rimanda a una vecchia canzone di France Gall che nella traduzione italiana – L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice – si perde del tutto. Peccato perché in quel «Vieni, ti porto» c’è molto del sentimento che circola nel nuovo film di Alain Guiraudie, fra i registi fuoriclasse d’oltralpe e non solo per la sua capacità di inventare universi e forme politiche e poetiche indocili alle convenzioni in qualunque ambito queste tentino di imporsi: vita quotidiana, amore, relazioni, etichette con cui definire il movimento dei vissuti. Per questo magnifico regista, comunista, omosessuale è sempre questione di desiderio...

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