Internazionale
Il giornalista Mohamed e la dottoressa Alaa: cosa significa essere egiziani
Egitto Storie di ordinaria repressione (con le armi italiane ed europee): un altro reporter dietro le sbarre, detenzioni e punizioni per i medici che denunciano la mala gestione dell'epidemia di Covid-19
Soldati egiziani per le strade del Cairo – Ap
Egitto Storie di ordinaria repressione (con le armi italiane ed europee): un altro reporter dietro le sbarre, detenzioni e punizioni per i medici che denunciano la mala gestione dell'epidemia di Covid-19
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 20 giugno 2020
Sono le storie dei singoli a far capire, all’estero, cosa significhi essere egiziani. Khaled Said, Alaa Abdel Fattah, Mahmoud Abu Zeid, Giulio Regeni, Patrick Zaki, Sarah Hijazi, chi ucciso per strada dalla polizia, chi torturato per giorni fino a morirne, chi detenuto senza ragione se non quella della repressione politica, chi tanto umiliato e abusato da voler abbandonare la vita. LE LORO STORIE sono tanto più dolorose perché non sono l’eccezione, ma la normalità. Una normalità fatta di (ed è una stima) due o tre sparizioni forzate al giorno, di 60mila prigionieri politici, di leggi che vietano lo sciopero e...