Internazionale

«In Egitto al neoliberismo militarizzato gli operai resistono a mani nude»

«In Egitto al neoliberismo militarizzato gli operai resistono a mani nude»Soldati egiziani per le strade del Cairo – Ap/Gehad Hamdy

Dieci anni dopo Il 3 luglio 2013 il generale al-Sisi saliva al potere. Sindacati, partiti, unioni studentesche: le realtà protagoniste di piazza Tahrir sono state smantellate. Intervista al giornalista Hossam El Hamalawi: «L’esercito è la sola classe dirigente, ha stravolto lo spazio pubblico ed economico. Le ribellioni operaie dal 2006 hanno creato una rete sindacale ufficiosa, oggi l’azione dei lavoratori è disarmata»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 luglio 2023
In principio furono Sadat e la rivolta del pane, poi Mubarak e piazza Tahrir. Ora, a tessere le fila del neoliberismo autoritario egiziano è Abdel Fattah al-Sisi, ex generale, ex ministro della Difesa, golpista. E presidente dal 2014. Il potere lo prese il 3 luglio 2013, deponendo il legittimo presidente Mohammed Morsi, a seguito di proteste popolari contro il governo molto poco democratico dei Fratelli musulmani. In dieci anni, il regime egiziano ha stravolto il volto del paese. Tra i suoi elementi centrali sta la visione economica, un mix di neoliberismo e militarismo che ha portato un terzo degli egiziani...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi