Europa

Jacques Lévy: «Nessuna sorpresa, la mappa del voto è come nel 2017»

Jacques Lévy: «Nessuna sorpresa, la mappa del voto è come nel 2017»Manifesti elettorali a Strasburgo – Ap

Intervista al il geografo e specialista di geopolitica «L’astensione aumenta, su basi proprie: per esempio, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, nella banlieue di Parigi, che ha una popolazione di giovani urbani. Ma in queste zone dove vive una popolazione di origine straniera, non ci sono voti all’estrema destra», mentre i gilet gialli, per lo più astensionisti, «sono esplosi nelle zone periurbane e nelle piccole città. Questo è il cuore del voto Le Pen»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 aprile 2022
Una sorpresa il voto di domenica? Non proprio, piuttosto una conferma dei comportamenti elettorali e geografici del 2017, dove i tre principali candidati, che hanno raccolto complessivamente il 75% dei voti espressi, «si rafforzano dove erano già forti». Lo spiega il geografo Jacques Lévy, specialista di geopolitica, professore all’Ecole polytechnique fédérale di Losanna, tra gli ultimi libri pubblicati Géographie du politique (Odile Jacob). Jacques Lévy Cosa ci dice la lettura della carta geografica del voto? C’è un rapporto con il voto del referendum europeo del 2005? È una geografia molto vicina a quella del 2017, dove sono stati rafforzati i...

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