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Karl Kraus vs i giovani viennesi, che civettano con la morte ma divorano la vita con sfrenata bulimia

Karl Kraus vs i giovani viennesi, che civettano con la morte ma divorano la vita con sfrenata bulimiaOskar Kokoschka, «Il pittore e la modella», 1923

Grandi scontri/3 «Bianco arciprete della verità»: così Georg Trakl chiamò Karl Kraus, dispensatore di veleno contro il simbolismo, «segreta arte dei nervi», di cui non risparmiò i protagonisti: di Hermann Bahr disse che era un poseur opportunista, di Schnitzler che era uno smorfioso modernista da caffè; ma era Felix Salten, che lo schiaffeggiò, il suo «arcinemico»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 4 agosto 2024
Forse la penna più graffiante e istrionica della Grande Vienna fin de siècle, Karl Kraus fu avventore del Café Griensteidl, quartier generale della «gioiosa apocalisse», e insieme vertice logistico della décadence viennese dove si radunava quella composita pleiade letteraria che, senza una fisionomia precisa, passa sotto il nome di Jung-Wien (Giovane Vienna): Arthur Schnitzler, Richard Beer-Hofmann, Felix Salten, il teorico Hermann Bahr, Hugo von Hofmannsthal, i nomi di maggior risalto, più altri dimenticati. Mai vero cenacolo letterario con una poetica unitaria, questi scrittori erano uniti da armonia spontanea di intenzioni, tutte contrarie al realismo, che nella Giovane Vienna convissero esibendo...

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